Il Ven. Tae Hye sunim, abate decano del tempio Musang am di Lerici, ha conferito su loro richiesta i voti del bodhisattva a tre praticanti della comunità, come potete vedere nelle foto qui sotto.
La cerimonia si è svolta al termine del ritiro da venerdì 8 dicembre a domenica 10 dicembre.
La comunità stessa ha partecipato con intensità, sia durante i giorni del ritiro che durante la cerimonia.
I tre praticanti sono persone che da molto tempo frequentano la nostra comunità: essi sono il Ven. Kusalananda, monaco da 6 anni, Francesco Aryadeva Villa e Mumun. Gli ultimi due hanno già preso i 5 precetti e ora si addentrano ancor più nella loro scelta.
Qui sotto è riportato il testo integrale su cui si è basato l'intero ritiro.
I PRECETTI DEL BODHISATTVA
QUATTRO GRANDI VOTI:
Faccio voto di liberare gli innumerevoli esseri senzienti.
Faccio voto di estirpare le infinite contaminazioni.
Faccio voto di apprendere gli incalcolabili insegnamenti.
Faccio voto di realizzare la suprema Via del Buddha.
Faccio voto di liberare gli esseri senzienti nella vera natura.*
Faccio voto di estirpare le contaminazioni nella vera natura.*
Faccio voto di apprendere gli insegnamenti nella vera natura.*
Faccio voto di realizzare la Via del Buddha nella vera natura.*
(* realizzando la vera natura)
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I PRECETTI DEL BODHISATTVA
dal Sūtra della rete di Brahma (Brahmajāla Sūtra)
Dieci precetti principali:
1) Non uccidere. Proteggere e incoraggiare a proteggere la vita.
2) Non prendere ciò che non è stato dato. Coltivare e incoraggiare la felicità degli esseri senzienti.
3) Non indulgere in comportamenti sessuali irresponsabili*. Coltivare e incoraggiare il rispetto e la temperanza.
4) Non parlare falsamente. Coltivare e incoraggiare la giusta conoscenza.
5) Non vendere o dare bevande alcoliche e droghe. Coltivare e incoraggiare la chiarezza mentale.
6) Non pettegolare sugli errori dei praticanti buddhisti. Coltivare e incoraggiare l’armonia con gli altri.
7) Non lodare se stesso e sminuire gli altri. Coltivare e incoraggiare lo spirito di servire tutti gli esseri.
8) Non essere avari e non ingiuriare. Coltivare e incoraggiare la generosità.
9) Non nutrire ira e rancore. Coltivare e incoraggiare pace e comprensione.
10) Non diffamare i Tre Gioielli. Coltivare e incoraggiare profondo rispetto per Buddha, Dharma e Sangha.
(* Per i monaci e le monache: “Non indulgere in comportamenti sessuali. Coltivare e incoraggiare il rispetto e la temperanza.”)
Dieci precetti principali, traduzione più letterale:
NON UCCIDERE: Un discepolo del Buddha non deve uccidere, incoraggiare gli altri a farlo, uccidere usando espedienti, lodare uccisioni, rallegrarsi di esserne testimone o uccidere con pratiche magiche. Non deve creare cause, condizioni e karma in cui vi sia intenzione di uccidere alcun essere senziente.1
Come discepolo del Buddha dovrebbe sviluppare la mente di compassione ed il sentimento filiale, trovando sempre abili mezzi per soccorrere e proteggere tutti gli esseri. Se invece non sa frenarsi e con piacere gratuito uccide, egli commette una grave trasgressione.
NON PRENDERE CIO’ CHE NON E’ STATO DATO: Un discepolo del Buddha non deve rubare, incoraggiare altri a farlo, rubare usando espedienti o con pratiche magiche. Non deve creare cause, condizioni e karma per il furto. Ciò vale anche per oggetti appartenenti ai delinquenti o spiriti, sia pur piccoli come un ago.
Come discepolo del Buddha dovrebbe avere la mente di compassione e il sentimento filiale, aiutando sempre le persone a produrre azioni meritorie e virtù, ed ottenere felicità. Se invece ruba i beni altrui, egli commette una grave trasgressione.
NON INDULGERE IN COMPORTAMENTI SESSUALI IRRESPONSABILI: Un discepolo del Buddha non deve indulgere in atti licenziosi, incoraggiare altri a farlo con alcun tipo di essere sia esso umano o animale. Non deve creare cause, condizioni e karma per tali atti.
Come discepolo del Buddha dovrebbe avere una mente filiale, soccorrere tutti gli esseri ed istruirli al Dharma della purezza. Se invece privo di compassione, incoraggia altri in tali pratiche licenziose, o egli stesso è coinvolto in pratiche promiscue con parenti stretti ecc, egli commette una grave trasgressione.
NON PARLARE FALSAMENTE: Un discepolo del Buddha non deve dire false parole, incoraggiare altri a farlo, mentire con espedienti. Non deve farsi coinvolgere in cause, condizioni e karma di menzogna, dicendo di aver visto ciò che non ha visto e viceversa, o mentire implicitamente con comportamenti e gesti.
Come discepolo del Buddha dovrebbe mantenere giusta visione e vera parola, conducendo tutti gli altri a fare altrettanto. Se invece causa falsa parola o visioni sbagliate in altri, egli commette una grave trasgressione.
NON VENDERE O DARE BEVANDE ALCOLICHE E DROGHE: Un discepolo del Buddha non deve commerciare bevande alcoliche o incoraggiare altri a farlo, non deve creare cause condizioni e karma per la vendita di qualsiasi sostanza intossicante, perché gli intossicanti sono causa di tutti i tipi di trasgressione.
Come discepolo del Buddha dovrebbe aiutare tutti gli esseri senzienti ad acquisire chiara saggezza. Se invece procura loro disordinati modi di pensare, egli commette una grave trasgressione.2
NON PETTEGOLARE SUGLI ERRORI DEI PRATICANTI BUDDHISTI: Un discepolo del Buddha non deve diffondere gli errori dei praticanti buddhisti (monaci, monache, laici, laiche) o incoraggiare altri a farlo. Non deve creare cause, condizioni e karma per spettegolare sulle colpe dei praticanti.
Come discepolo del Buddha, se sente persone malvagie, non buddhiste, parlare di pratiche contrarie al Dharma o contrarie ai precetti all'interno della comunità buddhista, dovrebbe, con mente compassionevole, guidarli a sviluppare una giusta fede nel mahāyāna. Se invece fa pettegolezzi sugli errori che accadono nella comunità egli commette una grave trasgressione.
NON LODARE SE STESSI E SMINUIRE GLI ALTRI: Un discepolo del Buddha non deve fare le lodi di se stesso e parlare male degli altri, o incoraggiare a fare ciò. Non deve creare cause, condizioni e karma per tale comportamento.
Come discepolo del Buddha dovrebbe servire tutti gli esseri viventi sopportando anche eventuali insulti, accettando di venire sfavorito per favorire gli altri. Se invece si vanta delle proprie virtù e misconosce il buono negli altri causando diffamazione, egli commette una grave trasgressione.3
8. NON ESSERE AVARI E NON INGIURIARE: Un discepolo del Buddha non deve essere avaro o incoraggiare altri ad esserlo. Non deve creare cause, condizioni e karma di avarizia.
Come discepolo del Buddha, quando una persona bisognosa chiede aiuto, dovrebbe dargli le cose di cui necessita. Se invece con stizza e sdegno si rifiuta di aiutarlo anche solo con uno spicciolo, o col pronunciare una frase o dare un minuscolo granello del Dharma e per di più lo rimprovera e lo umilia, egli commette una grave trasgressione.
9 NON NUTRIRE IRA E RANCORE: Un discepolo del Buddha non deve avere ira o incoraggiare altri a nutrirla. Non deve creare cause, condizioni e karma di ira.
Come discepolo del Buddha dovrebbe essere compassionevole e filiale aiutando tutti gli esseri senzienti a sviluppare buone radici di pace. Se invece ingiuria o umilia gli esseri senzienti, inclusi spiriti e deva, con aspre parole, persino colpendoli con calci o pugni, mantenendo rancore anche quando riceve le scuse con parole sincere di pentimento, egli commette una grave trasgressione.
10. NON DIFFAMARE I TRE GIOIELLI: Un discepolo del Buddha non deve parlare male dei Tre Gioielli o incoraggiare altri a farlo. Non deve creare cause, condizioni e karma di calunnia.
Se un discepolo del Buddha ascolta anche una sola parola ingiuriosa rivolta al Buddha, proveniente da un non buddhista o da un essere malvagio, sperimenta un dolore simile a quello prodotto da trecento lance che gli trafiggano il cuore. Come, perciò, potrebbe diffamare egli stesso i Tre Gioielli? Se quindi un discepolo del Buddha manca di fede e partecipa, assieme a persone malvagie o che hanno opinioni aberranti, nel diffamare i Tre Gioielli, egli commette una grave trasgressione.4
NOTE
"Non deve creare cause… in cui vi sia intenzione di uccidere alcun essere senziente." La mente è il fattore chiave in tutti i precetti del Bodhisattva. Realizzare la "vera natura" momento per momento è la pratica del Bodhisattva. Nel buddhismo, il karma sorge da tre fattori: pensiero, parola e azione. Tutto il karma, buono o cattivo, è più forte quando questi tre convergono. In generale, la maggior parte dei precetti si focalizza nel disciplinare il corpo e la parola. I precetti del Bodhisattva, invece, enfatizzano la mente; sono considerati i precetti della "Mente fondamentale".
Nel quinto precetto dei laici si parla solo dell'astenersi dall'usare intossicanti; riguarda la salvaguardia di sé stessi. Nel quinto precetto del Bodhisattva è sottolineato il fare commercio di sostanze inebrianti e intossicanti. Questo perché lo spirito autentico dell’azione dei Bodhisattva è quello di agire con compassione non arrecando danno agli esseri e aiutandoli a sviluppare e mantenere una mente chiara.
Parlare male degli altri e lodare se stessi è comune alla maggior parte delle persone. Molto più raro è ascoltare qualcuno parlare dei propri difetti e bene degli altri. Se le persone volgessero la luce della consapevolezza al loro interno e non fossero rivolte con mente dispersiva alla critica esterna, si creerebbe, a partire ognuno dalla propria dimensione, una realtà di pace estesa a nuclei familiari, società, stati. Questa pratica è di fondamentale importanza per il Bodhisattva che dovrebbe sempre riconoscere i propri difetti.
Non si deve diffamare alcun aspetto del Dharma, ad esempio: disprezzando come inadeguati gli insegnamenti del “piccolo veicolo”. Un discepolo del Buddha, avendo mente calma e libera dal discriminare, dovrebbe saper individuare il giusto insegnamento e non fissarsi sulla persona.
48 precetti minori:
Non mancare di portare rispetto ai Maestri, ai monaci e a coloro che hanno preso i precetti da più tempo.
Non consumare bevande alcoliche, né incoraggiare altri a farlo.
Non cibarsi della carne di nessun essere senziente. Chi mangia carne non fa germogliare la radice della grande compassione e recide il seme della buddhità presente in lui stesso e causa paura negli animali. (v. 30b)
Non mangiare i cinque tipi di piante pungenti: aglio, cipolla, scalogno, porro, erba cipollina. (Questi, se mangiati cotti, aumentano il desiderio sessuale; se crudi l'ira.)
Non mancare di insegnare come fare pentimento a colui che è stato visto violare i precetti.
Non mancare di ospitare, fare offerte e chiedere insegnamenti ad un Maestro di Dharma venuto per una visita da molto lontano.
Non mancare di ascoltare le spiegazioni dei Sūtra e degli insegnamenti morali, là dove si trovi un maestro di Dharma.1
Non parlar male, essere in opposizione all'insegnamento mahāyāna o seguire insegnamenti in disaccordo con il Dharma.
Non trascurare chi sta male. Si dovrebbe a lui/lei provvedere come si facessero offerte al Buddha.2
Non possedere armi o usare trappole per distruggere la vita. Tanto meno vendicarsi della morte di qualcuno, persino di quella dei propri genitori.3
Non agire come emissario della nazione dove tale impegno può causare guerre e uccisione di esseri senzienti.
Non far commercio di schiavi, schiave o animali domestici a fini alimentari.
Non calunniare la gente virtuosa (monaci, monache, saggi, maestri).
Non accendere fuochi distruttivi per pulire foreste, specie nei periodi in cui vi è più vita e vegetazione.
Non dare insegnamenti parziali o devianti. Insegnare a tutti la via del Bodhisattva per realizzare la natura di Buddha.
Non dare insegnamenti senza prima aver studiato e ben compreso il loro significato profondo. Non insegnare per profitto personale.
Non rendersi amici dei potenti per esigere viveri, danaro o prestigio.
Non insegnare come un Maestro senza un'adeguata comprensione del Dharma e mancando di osservare i precetti.
Non parlare maliziosamente e con doppiezza creando discordia e disarmonia tra le persone virtuose.
Non mancare di coltivare la mente compassionevole per soccorrere gli esseri senzienti in pericolo di morte liberandoli dalle loro sofferenze, come ad esempio gli animali dalla macellazione. Durante infiniti eoni, tutti gli esseri senzienti possono essere stati nostro padre e nostra madre.
21. Non rispondere all'odio con l'odio né cercare vendetta né comportarsi con violenza. Togliere la vita ad un altro essere per vendicarsi è contrario alla filialità (perché siamo tutti interrelati attraverso eoni di rinascite).
Un Bodhisattva novello non deve essere arrogante e rifiutarsi di ricevere istruzioni sul Dharma da un maestro di condizioni più umili, povero o che ha disabilità fisica.
23. a) Non inorgoglirsi della propria conoscenza del Dharma, né rifiutare di insegnare a chi chiede insegnamenti.
b) I precetti del Bodhisattva vengono dati da un Maestro di Dharma che a sua volta li ha ricevuti in trasmissione. Tuttavia se nel raggio di circa 500 km non ci sono Maestri di Dharma, eccezionalmente, dopo almeno sei giorni di pratiche di pentimento e di purificazione, ci si può conferire da soli i precetti. Ciò deve avvenire di fronte all’immagine del Buddha, soltanto dopo aver ricevuto, come auspicio, una visione a testimoniarne la sincerità.
Non trascurare di studiare e praticare gli insegnamenti mahāyāna dedicandosi a quelli non buddhisti.
Un abate o un responsabile della comunità dovrebbe amministrare bene le risorse di cui dispone e le offerte, così mantenendo l’armonia nel Sangha.
Non si deve mancare di trattare allo stesso modo dei residenti i monaci in visita al tempio, offrendo loro sistemazione e vitto adeguati al loro grado di anzianità monastica. Li si dovrebbe, inoltre, invitare alle cerimonie in cui vi sono donazioni.
Non accettare per sé stessi le offerte che appartengono al Sangha. Prendere per sé stessi ciò che è stato offerto alla comunità è come rubare quello che appartiene agli otto campi dei meriti: Buddha, saggi, Maestri di Dharma, Maestri dei precetti, monaci e monache, madri, padri, malati.
Nel fare offerte i donatori non dovrebbero discriminare tra monaci e monache, amici e altri.
Non sostentarsi sfruttando la prostituzione o esercitando magia, divinazione, lettura delle mani, produzione di veleni, addestramento di falchi e cani per la caccia, macellazione di animali ecc.
30. a) Un bodhisattva monaco o monaca non deve compiere mediazioni negli affari dei laici, p. es. agire per combinare matrimoni, creando così karma di attaccamento.
b) Se per un bodhisattva laico è difficile essere sempre vegetariano, dovrebbe esserlo almeno per sei giorni al mese o per tre mesi l'anno.
Non evitare di riscattare oggetti sacri quando si trovino in situazioni di abuso o contrabbando, nonché cercare di liberare i monaci e le monache che siano stati imprigionati o schiavizzati.
Non nuocere ad esseri senzienti, facendo commercio di armi, rubando i beni altrui, oppure allevando cani, maiali e altri animali per farne commercio (e quindi ucciderli per fini alimentari).
Non guardare esercitazioni militari, combattimenti tra uomini o animali. Non indulgere nell'ascoltare musica mondana, non giocare d'azzardo o predire il futuro.
Non perdere mai la determinazione adamantina di studiare e mantenere i precetti del Bodhisattva. Nel fare ciò si mantiene costantemente bodhicitta (la mente del risveglio), senza rischiare di regredire.
Non trascurare di fare “grandi” voti personali, ad es. rispettare e aiutare i propri genitori e Maestri di Dharma, praticare con buoni compagni della Via, comprendere profondamente il Dharma.
Non trascurare di adempiere ai propri grandi voti, generati per prevenire la mente dall'essere coinvolta in azioni che portino a rompere i precetti.
a) Il bodhisattva novello dovrebbe recitare i precetti due volte al mese. b) Nei periodi di ritiro il Bodhisattva dovrebbe evitare luoghi pericolosi, come i paesi governati dai tiranni, giungle remote, foreste infestate da animali feroci, zone avversate da calamità naturali.
Non trascurare di avere un comportamento umile e rispettoso nei confronti dei membri più anziani del Sangha, lasciando loro i posti a sedere davanti.
Non trascurare di parlare del Dharma e della moralità per il bene di tutti; incitare a edificare templi, monasteri e stūpa; recitare i testi sacri per il bene dei malati o delle vittime di calamità.
40. a) Non discriminare nel conferire i precetti del Bodhisattva: sia questi una persona nobile, un ricco, uno povero, un monaco, una monaca, un laico, una laica, una prostituta, un deva, uno schiavo, un asessuato, un omosessuale, uno straniero o altro. Comunque, le persone che hanno commesso uno delle sette gravissime trasgressioni non possono ricevere i precetti del Bodhisattva in questa vita. Le sette gravissime trasgressioni sono: ferire il Buddha, uccidere un arhat, matricidio, patricidio, uccidere il proprio Maestro spirituale, uccidere il proprio Maestro di Vinaya, creare divisione nel Sangha.
b) Il Bodhisattva monaco o monaca dovrebbe usare abiti di colore monastico (ocra, zafferano, porpora, bordeaux, marrone) distinguendosi in tal modo dai laici.
Non insegnare il Dharma per denaro, fama o potere personale. Non impartire i precetti del Bodhisattva a chi, avendo commesso una o più delle dieci gravi trasgressioni, non abbia osservato un periodo di ravvedimento per almeno sei giorni.
Non recitare i grandi precetti dei Buddha dinanzi a persone che non li abbiano ancora ricevuti, che non sono buddhisti o che seguono vie errate.
Non avere intenzioni di violare e aggirare i precetti. Chi fa ciò non è degno di ricevere le offerte dei donatori.
Non mancare di rispettare e recitare i Sūtra mahāyāna e i testi dei precetti. Andrebbero conservati, ricopiati e distribuiti. Non si dovrebbe porre sopra di essi oggetti mondani e non poggiarli per terra.
Non mancare di diffondere la conoscenza del Dharma agli esseri senzienti. Ovunque il Bodhisattva si trovi, dovrebbe aiutare tutti gli esseri a sviluppare bodhicitta (la mente del risveglio), insegnando anche agli animali.
Non insegnare il Dharma occupando una posizione inferiore, sedendo in basso o rimanendo in piedi di fronte a coloro che ricevono l'insegnamento. (Eccezione: chi ha difficoltà fisica può sedere sulla sedia quando l’insegnante di Dharma siede sul cuscino in basso.)
Non abusare della propria eventuale influente posizione per stabilire regole o leggi che contrastino con le regole morali del Buddhadharma.
Non nuocere al Dharma, ad es. insegnando a uomini di potere in maniera arrogante o entrando nei loro intrighi e causando in tal modo rischi di persecuzione a monaci, monache e praticanti.
N O T E
Ascoltando un insegnamento, se ne dovrebbe cogliere il suo significato essenziale e non fare apprezzamenti personali su chi lo pronuncia; come ad es. simpatico o antipatico, bello o brutto, se ha una bella voce ecc.
I malati rappresentano un campo di meriti per esercitare la compassione; mentre monaci, monache, saggi e Maestri rappresentano campi di merito per esercitare gratitudine.
Il Bodhisattva non deve vendicare nemmeno la morte dei suoi genitori. Astenendosi, così, dall'uccidere, interrompe la catena karmica di violenza, piantando nel presente semi di saggezza e compassione per il futuro. Più trasgressioni gravi una persona commette e più un Bodhisattva dovrebbe avere compassione! Questo insegnamento esiste perché ci sono persone che compiono molte trasgressioni. I Bodhisattva più coraggiosi sono quelli che dimorano nei luoghi ove maggiore è la sofferenza!